Oggi è la festa delle donne, un giorno rappresentativo, un momento per … mmm … già, per cosa? Tra gli auguri fatti qua e la, i grazie di cortesia o sinceri e quant’altro di collegato, un po’ di questioni sono sorte. Anche tra gli articoli letti online (ovviamente online), ci sono due o tre letture che si fanno generalmente di questo giorno.
La prima è quella di una “semplice” ricorrenza, un momento in cui ricordarsi delle donne e della loro costante presenza, il classico jolly per farsi perdonare le dimenticanze e quant’altro che succedono durante l’anno. Una visione un po’ utilitaristica, ma di fatto credibile per un buon gruppo di uomini, ed anche di donne, le quali forse si sono rassegnate alla condizione in cui sono.
Poi c’è la lettura che scende di un gradino, rivendicando come non serva un giorno od un momento particolare per festeggiare quello che dovrebbe (frase ipotetica) essere realtà assodata. Non ci si dovrebbe ricordare una volta l’anno dell’esistenza delle donne e del loro ruolo fondamentale nella società (qualsiasi essa sia). Spesso chi sposa questo angolo di osservazione pensa che sottolineare un giorno particolare è più una ammissione di colpa ed una ricerca di assoluzione che una reale volontà di celebrazione della donna.
Un ulteriore gradino è quello su cui si posano coloro che, non solo ricordano come le donne ci sono anche gli altri 364 giorni, ma sottolineano con un certo fastidio (e mi unisco a loro) come nella giornata della donna (come in tutte le altre “giornate mondiali”) al mondo ci siano condizioni di vita per cui per talune donne questo giorno è nel migliore dei casi una parola vuota, quando non una beffarda immagine lontana e sarcastica rispetto alla loro esistenza.
Ci sono stati, regioni e città al mondo dove la donna è un essere umano di serie B, un essere subumano il cui destino, vita e dignità sono nelle mani di qualcun’altro. Forse per rispetto a tali donne ed alle loro storie non si dovrebbe festeggiare l’otto marzo. O forse, credo, sarebbe meglio ricordare e industriarsi perché tale giorno non sia l’ennesima “festa del capitalismo” ma più un movimento per dare coscienza ed informare sul reale stato delle cose.
Per me è un momento in più per ribadire l’importanza e la necessità del ruolo delle donne in ogni società, sia nel pubblico che nel privato, con la speranza che le pessime situazioni che esistono (spesso anche vicino a noi) non siano lasciate passare invane.
Buon 8 marzo a tutte!