Far From Earth

Chronicles From Zeta Reticuli

The Author

Chi è che scrive? o ci prova, se non altro. Beh, è una domanda complessa e tediosa, anche perché io posso scrivere di me, ma questo non risponderà alla domanda. Forse aggiungendo i miei post, dai più pallosi ai più insignificanti, emergerà qualcos’altro, ma temo che nemmeno così quello che passerà sarà solo una immagine parziale e quindi falsa di me stesso. Forse parlando con me si migliorerebbe, ma fino a dove? Credo che in fondo ognuno debba farsi una propria immagine di me, e che per quanto questa possa essere non come la vorrei, tale sia la mia vera immagine, tale sia io davvero.

Sono nato verso le idi di marzo sotto il segno dell’ariete, e dunque come degno rappresentante di tale segno zodiacale mi nutro di erba, ho una folta pelliccia e delle enormi corna coriacee. Appartengo ad un segno di fuoco (infatti non so nemmeno nuotare :D), governato da Marte e Plutone, che corrisponde all’Io e fornisce indicazioni sulle modalità con cui la persona si pone di fronte al mondo degli “altri” (altri? che altri? … gobba? che gobba?). Anatomicamente il segno governa la testa e gli occhi (infatti il resto del corpo vive in città stato riunite sotto la lega di Iperborea, come ci ricorda Esiodo). Impulsivi e impazienti (e non dimentichiamo la terza i di idioti), gli Ariete non mancano mai di coraggio (quanto all’uso, beh è una storia differente). Spesso bruschi e privi di tatto (solo qualche volta :P comunque sono gentilissimo quando voglio, soprattutto se mi si offre da bere :D), devono imparare a prendere gli altri in maggiore considerazione (touche). Talvolta colpevoli di egoismo, sono competitivi (giusto un pochino, fino a quando non vinco xD). La franchezza e l’onestà quasi infantile possono a volte cacciarli in situazioni imbarazzanti (o anche peggio, imbarazzanti è un eufemismo). Restano facilmente vittima di incidenti poiché sono troppo precipitosi (sono gli altri che non sono abbastanza lesti nello scansarsi/capire/imparare). In questo segno il Sole si trova in esaltazione: esprime cioè il meglio delle sue potenzialità. La volontà simboleggiata dal Sole ha qui l’appoggio di Marte (la virilità). E’ questo un segno di grande azione creativa (si, infatti sono un incrocio tra Van Gogh, Picasso e Warhol, penso di aver ereditato da loro la stabilità emotiva, simpatia e conformismo, rispettivamente); l’individuo Ariete ha bisogno di agire e di organizzare, è originale e rifiuta di venire organizzato o dominato da altri. Può essere egoista, è coraggioso e apprende rapidamente; ama dirigere una situazione difficile ed ha buona iniziativa anche se preferisce non portare a termine i suoi progetti; ha la costante necessità di nuovi traguardi e di nuove idee.

Ed ora seriamente (per quanto possibile), o comunque un po’ meno astrologicamente:

Sono nato nel 1980 in quel di Bergamo, dove sono cresciuto in uno degli ultimi avamposti agricoli di una città che cresceva sotto la spinta dell’espansione economica. A dieci anni mi sono trasferito in un paesino della bassa bergamasca, in una cascina immersa nel verde vicino al fiume dove tutt’ora vivo. La fortuna ha voluto che sia cresciuto a contatto sia con la natura che con gli animali, imprimendomi un forte senso di appartenenza a quello che nella civiltà occidentale è considerato solo come ambiente. L’essere immerso nella natura mi ha poi portato dal 1992 ad intraprendere una delle mie passioni, quella per i bonsai, che mantengo tutt’oggi. Dal 1994 al 1999 ho frequentato il liceo scientifico con sperimentazione brocca, visto che la scienza era uno delle mie materie preferite. Qui ho iniziato anche programmare, prima in pascal e successivamente in c++, avvicinandomi a quello che oggi è un mondo assodato ma che ai tempi era comunque molto più di nicchia e meno diffuso di quanto si possa immaginare. Probabilmente da questa premessa potrei sembrare l’immagine ideale del secchione (o nerd), ma più che altro è stata la curiosità il filo conduttore dei miei studi. Il voto mi è sempre, o quasi, stato superfluo (mi sono sempre tenuto il mio 4 fisso in latino, e mi ha sempre divertito molto il prendere voti più bassi delle persone a cui facevo copiare o con cui studiavo), sia per mancanza di studio che perché fermamente convinto che l’importante non era (e non è) avere un buon voto ma capire quello che si sta facendo (farsi abbassare il voto da 7 a 6 in una interrogazione di scienze per motivi morali credo sia un discreto metro) .

A fine 2005 mi sono laureato in ingegneria aerospaziale, che di solito fa molta scena, ma sinceramente non l’ho trovata poi così straordinaria. Probabilmente anche perché scelsi la facoltà come “la più passabile tra le altre”, ed anche perché ho sempre vissuto lo studio come una ricerca della comprensione, non per ottenere qualcosa (il diploma, la laurea o checche sia). Mi è sempre piaciuto capire le cose, relegando il voto ad un secondo piano, ma devo anche dire che sicuramente la memoria e la facilità per il ragionamento logico mi hanno favorito negli studi(ed anche una buona dose di fortuna ha pesato, ricordo ancora l’esame di scienza delle costruzioni dove feci due errori che si elisero a vicenda, permettendomi di arrivare all’orale; o al terzo tentativo per l’esame di calcolo numerico dove l’assistente che passava tra i pc si fermò dietro di me, ed osservando i miei grafici disse “io non conosco i risultati dell’esame, ma sicuramente il suo è sbagliato” … scoprii poi studiando per l’orale che avevo imparato una formula con un segno sbagliato).
Nel 2006 ho iniziato lavorando in una industria elettrica, fui assunto all’interno di un progetto di formazione che mi portò a passare un anno e mezzo (tra 2008 e metà 2009) in Portogallo, dove ho vissuto in una cittadina a 5 minuti da Porto. Qui ho avuto anche la fortuna di imparare il portoghese e conoscere il paese e la sua cultura. In Portogallo ho anche iniziato a fare quello che è poi attualmente il mio lavoro, ovvero l’ingegnere di produzione. Il lavoro non è malvagio, ci sono spunti interessanti ed ho una discreta libertà di azione che non sono trascurabili, ma comunque è un tipo di lavoro abbastanza limitato. Alla fine del 2010 ho cambiato lavoro, alla ricerca di stimoli maggiori e possibilità differenti, ora sono sempre ingegnere di produzione ma in una azienda aeronautica. Si può dire che la mia ricerca di maggiori stimoli e possibilità sia stata esaudita, per converso ho dovuto bilanciare anche molto più stress al lavoro (che sto ancora imparando a gestire) ed l’allontanarmi da molte persone che conoscevo nell’altro lavoro.

Probabilmente avrete sentito che manca qualcosina nella descrizione, forse lo avrete percepito come un vuoto, un gap nel discorso. Se siete riusciti a focalizzarlo magari ciò sembrerà coerente con la storia, oppure non sapete nemmeno di cosa stia parlando. In entrambi i casi i post completeranno quel vuoto, molto meglio di come potrei farlo io qui esplicitamente.

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